venerdì 19 maggio 2017

Eravamo felici e contenti...

Sin da piccola ho sempre avuto uno scopo. Come diceva mia mamma: da grande troverai un marito e, insieme a lui, costruirai una famiglia che non lascerai mai e ti supporterà sempre. Sono cresciuta in questa realtà. Non so se per di mia iniziativa avrei scelto una vita diversa. Loro hanno deciso per me e io non avrei mai potuto deluderli.
Io non sono una di quelle ragazze che tutti definirebbero bella e popolare ma, per mia fortuna, a 25 anni ho incontrato un ragazzo che si è innamorato di me. Certo, non è un amore come di quelli di cui si parla nei film… lui non mi tratta come se fossi l’unica al mondo, anzi a volte sembra proprio non ricordarsi di me, ma non è colpa sua, è sempre così impegnato e stressato…
Mia mamma ogni tanto mi domanda: “Quando arriveranno i miei nipotini?”. Ha anche ragione; ormai il tempo sta passando e non mi posso permettere di perdere questa occasione. Ho parlato con Paolo ed è d’accordo, ci proveremo.

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Ormai sono passati due mesi ma non riesco a rimanere incinta. Domani andremo dal ginecologo, ho paura di essere io quella sbagliata.

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Le mie paure sono diventate realtà: ieri non è andata bene, ho fatto delle analisi ed ho scoperto di non poter avere figli. Appena il medico ce lo ha comunicato, a Paolo sono venute le lacrime agli occhi e non mi ha più rivolto una parola. A casa mi ha tirato due ceffoni facendomi finire a terra, e una volta a terra due calci da farmi perdere il fiato. Ne ho parlato con mia madre e sono d’accordo con lei: non è colpa sua, l’ho  privato del suo sogno, tutti avrebbero reagito così. E' colpa mia.
Ormai io e Paolo non parliamo più, io non esco più. Da quando è successo il fattaccio non oso più contraddirlo, non voglio dargli altri dispiaceri. Ho deciso di non uscire più con le mie amiche, lui è sempre così geloso. Ho deciso di lasciare il lavoro, devo stare a casa a prendermi cura di lui.

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Ormai è passato un anno.
Oggi sono uscita, lui era in ufficio. Per strada ho incontrato una donna: neppure la conoscevo, mi sono fidata del sorriso. Del resto non riuscivo più a tenermi tutto dentro: le ho raccontato ogni cosa.
Per la prima volta, ho trovato qualcuno che mi ha detto che non è colpa mia.

Quando ci siamo salutate, ho deciso di andarmene di casa. Ho fatto la valigia di corsa e sono scappata via.
Mentre il treno mi porta via, non so dire dove andrò e chi incontrerò. Ho cominciato col ritrovare me stessa, il resto di certo verrà. 

Beltramo Beatrice
 


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